giovedì 22 dicembre 2011

L'intuito degli artisti

per gentile concessione di Banksy (!)

martedì 20 dicembre 2011

Assemblea del 18 dicembre 2011

Ultima assemblea dell'anno, domenica pomeriggio al Maglio. L'intento era quello di unire l'utile al dilettevole, cercando di dar modo alle famiglie di partecipare all'assemblea, ai bambini di giocare insieme e poi concludere con una piacevole chiacchierata in compagnia con vin brulè, cioccolata e tante cose buone da gustare!

L'affluenza è stata piuttosto scarsa, probabilmente a causa degli impegni natalizi delle famiglie, ma questo non ha impedito ai presenti di trattare i punti all'ordine del giorno e di discutere su questioni importanti! In ordine gli argomenti trattati sono stati:

1-richiesta da parte del gruppo socialità di un ricambio membri: il gruppo socialità, ad oggi composto da 2 persone, ha lo scopo di promuovere ed organizzare attività "sociali" all'interno del GAS, che permettano agli associati di conoscersi meglio condividendo momenti diversi rispetto all'assemblea. Quindi visite ai fornitori, partecipazione ad eventi o fiere, uscite, pranzi, incontri domenicali. Le due volontarie che fino ad oggi si sono occupate di tali iniziative (e che con l'occasioni ringraziamo vivamente) hanno espresso la necessità di uscire dal gruppo di lavoro, e chiedono quindi che qualcun altro si faccia avanti... quindi forza, esprimete la vostra disponibilità!!!

2- E' venuto a trovarci un giovane di Crespano del Grappa, di nome Mathieu, il quale vorrebbe partecipare al bando di concorso indetto dal comune di Asolo per l'assegnazione di un terreno coltivabile in zona Casella d'Asolo e di 5000€ di fondo perduto per far partire un attività che dia risalto al territorio. Mathieu ha intenzione di proporre un progetto di coltivazione sinergica per la produzione di ortaggi, e chiede a noi di GASolo di appoggiare il progetto attraverso una lettera d'intenti da inserire nel suo dossier. Parlando con Mathieu sono uscite anche altre ipotesi, non solo come potenziali acquirenti (sarebbe bello avere un produttore di verdura a Km0!) ma anche come collaborazione pratica, per esempio giornate di raccolta, o giornate di aiuto per la coltivazione. L'assemblea ha accolto all'unanimità la sua richiesta, che non pone ovviamente alcun vincolo a GASolo, ma chiede di appoggiare il progetto e di rendersi disponibili a una collaborazione futura (ovviamente tutta da definire)

3-possibile partecipazione dell'associazione il Fiore alla Banca del Tempo di GASolo: A Il fiore, col quale collaboriamo volentieri, piace la sperimentazione in corso della banca del tempo e sta ipotizzando di entrare nel circuito per parteciparvi attivamente. L'assemblea ha dato il via libera all'eventuale ingresso.

4-Sabato Stefano Reginato assieme ad altre persone ha visitato un impianto a biogas a Tezze sul Brenta, per capire un po' meglio e farsi un'idea più precisa su come lavorano e sono strutturati questi impianti. Il tutto nasce dalla necessità di acquisire competenza sugli impianti a biogas in modo tale che GASolo possa prendere una posizione indipendente e ragionata sul progetto che da qualche mese coinvolge il comune di Crespano del Grappa (e tutti i comuni limitrofi) che riguarda la costruzione di un impianto a biogas da più  o meno 1MW nella campagna tra Crespano e Mussolente. GASolo ha già espresso il suo parere negativo sul progetto presentato, non tanto per la tipologia di impianto, che se calibrata e gestita in maniera opportuna e sulle esigenze del territorio è sicuramente valido, quanto sulle dimensioni e le condizioni del progetto stesso.
Stefano ha inoltre sottolineato come, al contrario di quanto detto dai progettisti e tecnici, l'impianto a biogas anche di piccole dimensioni funziona, e bene, dando la possibilità all'agricoltore di risolvere il problema dei liquami da una parte e di quadagnare (ripagando l'investimento) grazie agli incentivi di cui questa tipologia di impianti gode.

5-Si è proposto di organizzare un corso di giocoleria per bambini dai 6 ai 11 anni (elementari). Il corso sarà tenuto da un maestro della scuola Waldorf, che da anni organizza questa attività. Sono previste 8 lezioni a partire da metà febbraio, il mercoledì dalle 17 alle 18.30. Sarà a breve spedita una mail a tutti i soci con i dettagli e i costi.

6- Sono venuti a trovarci Giampaolo e Claudia, titolari della ditta EcoGeco, piccola realtà completamente italiana che produce e commercializza jeans totalmente ecologici (cotone bio, tinture esclusivamente naturali) a filiera corta (produzione del tessuto, lavaggio, confezionamento tutto nel raggio di 50km nella zona di Padova). Hanno presentato la loro esperienza, le motivazioni che li hanno spinti a mettersi in gioco con questo progetto, le difficoltà e le gratificazioni che stanno avendo. Trovate tutto descritto nel dettaglio all'interno del loro sito internet. Alla fine della presentazione, per i presenti, c'è stata la possibilità di toccare con mano i loro prodotti, provarli e acquistarli. Molto gentilmente hanno lasciato un campionario che nel prossimo periodo è a disposizione per gli interessati. Ci sarà una mail del referente a breve.

E questi sono stati i temi discussi durante l'assemblea.... poi è stato detto molto altro, tra risate e buon vin brulè, buonissime torte fatte in casa e tanta allegria

Sonia

mercoledì 9 novembre 2011

Non abbassare la guardia sull’acqua

Ieri sera si è svolta la consueta assemblea del Gasolo. Gli argomenti trattati sono stati innumerevoli, dalla quota associativa con pagamento annuale, al cambio del fornitore del riso, al Maglio aperto il 4° martedì del mese per lo scambio tra i gasisti, alla festa del GAS e alla festa dello scambio e baratto da organizzare fino alle riflessioni sul costo dell’abbigliamento bio e tanto altro ancora. Tra tutte queste cose importantissime io sento di dover dare maggior risalto alla riflessione che è stata fatta dal nostro socio Paolo in assemblea sull’acqua pubblica e sul dopo referendum. Questo con lo scopo di non dimenticare e di non accontentarsi di un esito referendario straordinario che ha coinvolto i movimenti e anche noi stessi che abbiamo dato il nostro piccolo contributo. Ricordiamoci che il referendum, per semplificare il discorso, ha abrogato una legge (la cosiddetta Legge Ronchi), ma non ha dato una direttiva (perché non è compito del referendum) e una legislazione futura. In pratica il referendum ha posto all’attenzione dei politici un certo pensiero che va nella direzione della tutela dei beni comuni da parte degli enti pubblici, ma non gli ha dato mandato per fare ciò. Non li obbliga a ripubblicizzare l’acqua, ma solo a non cederla completamente al privato. La strada pertanto è ancora in salita e bisogna ricordarlo per non crogiolarsi e non abbassare la guardia. L’esperienza del Comune di Napoli (straordinaria a mio avviso in questi primi 5 mesi di governo cittadino) che va nella direzione della ripubblicizzazione del bene acqua e probabilmente anche degli altri beni comuni deve servire come esperienza pilota e cavallo di Troia per fare questo anche in tutto il resto del Paese altrimenti il referendum è servito solo in parte. La strada da percorrere è pertanto quella di spingere nella direzione della ripubblicizzazione sapendo che si può e si deve fare, per non lasciare questo fantastico movimento espressosi nel sì ai referendum a metà guado. Come Gasolo abbiamo pertanto deliberato di costituire un gruppo di lavoro che assieme a tutte le associazioni o partiti che vorranno lavorare per questo proverà a incontrarsi con gli amministratori pubblici per convincerli a tentare la strada del pubblico per quanto riguarda l’acqua, forti tra l’altro dell’esperienza legislativa di Napoli. E’ ora di dire basta al neo liberismo perché pubblico è bello e può essere anche efficiente se chi governa il pubblico lo fa nell’interesse del cittadino.

Ciao a tutti Claudio

giovedì 13 ottobre 2011

Decrescita e banca del tempo GASolo


Un gruppo di lavoro che si è riunito in queste ultime settimane, con lo scopo di pensare a una decrescita su scala comunitaria e non più solo familiare, ha partorito alcuni progetti tra i quali appunto la Banca del Tempo (BDT). 
Tale proposta è stata presentata nell'ultima assemblea e resa operativa da questa settimana. 
Cos'è una banca del tempo? Innanzi tutto come detto la cosa parte dal presupposto che bisogna erodere una parte di economia tradizionale (economia di mercato) per portarla in altra veste in una economia con caratteristiche diverse fatta anche e soprattutto di relazioni all'interno del GAS (economia di relazioni). 
La BDT consiste in uno scambio di prestazioni (ore) all'interno di una determinata comunità e nel nostro caso si avvicina molto di più a quelle che sono le caratteristiche delle associazioni anglosassoni in cui oltre alle prestazioni è possibile scambiarsi anche i beni che si autoproducono come ad esempio pane, confetture ecc.. La BDT valorizza lo scambio di tempo paritario tra le persone e sviluppa e promuove nuovi valori, sostituendosi al denaro sulla base del principio che ciascun individuo è portatore di bisogni ma anche di risorse. Il tipo di prestazioni che offre è il più disparato, e in questo per la fantasia e per le necessità degli associati ci sarà di che sbizzarrirsi, ma tutte le prestazioni vanno nel senso della solidarietà reciproca, dell'aiuto tra le persone, e nella semplificazione e riduzione di quella che è la corsa ostinata contro il tempo di questa società consumistica. In definitiva una riappropriazione del tempo per le relazioni e per lavori gratificanti, una soluzione alle necessità derivanti dalle piccole esigenze della vita quotidiana, un trasferimento di saperi e conoscenze e in ultimo una riduzione del consumismo e del PIL. 
Come pensiamo di organizzarla? Intanto abbiamo scelto di eliminare il cosidetto “cassiere bancario” cioè colui che gestisce il conteggio delle ore dei “correntisti”. La nostra idea come quella di molte altre BDT è quella di gestirsi autonomamente le prestazioni attraverso dei piccoli voucher o buoni corrispondenti ciascuno ad un'ora che i soci si scambieranno per le varie prestazioni. Ciò implica anche che non potrà esserci chi solo offre prestazioni e chi solo necessita di prestazioni, perchè il primo si troverebbe inflazionato di buoni e il secondo li consumerebbe tutti visto che sono limitati. In tal caso il primo dovrà per forza di cose utilizzarli e il secondo dovrà mettersi in gioco per fare anche lui la sua parte e riguadagnarli. Tutto ciò comunque senza negare a ciascuno la possibilità del dono che rimane l'azione all'interno della comunità con il più alto valore relazionale. 
Come faranno i soci a sapere quali sono le prestazioni o i beni che vengono ricercati o offerti? Per il momento in via sperimentale abbiamo deciso di rimanere ancorati a cose semplici senza utilizzare piattaforme in rete comuni e immediate. Per il momento in attesa di verificare l'andamento della BDT faremo ciascuno una segnalazione settimanale di quello che sono i bisogni e le necessità dei singoli per poi sommarle in un data base che verrà inviato ai soci e che conterrà tutte le informazioni per la settimana successiva. Il socio non dovrà far altro che verificare cosa viene messo a disposizione per la comunità e richiedere o prestarsi per quella determinata prestazione.
Siamo alla vigilia a mio parere di un salto qualitativo importante all'interno dell'associazione soprattutto in vista di una crisi del modello economico attuale (capitalistico), che si sta avvicinando sempre più e che comincerà ad erodere il potere di acquisto e la stabilità familiare. 
La BDT sarà sicuramente una piccola goccia, ma ci permette un atterraggio più morbido con delle relazioni rafforzate oltre che essere essa stessa un piccolo granello di sabbia che si va a posizionare nell'ingranaggio ormai in rottura di questo sistema economico e finanziario. 
In attesa della crepa definitiva proviamo a ripensare ad una economia che deve essere diversa da quella attuale, non so come, ma avviamoci a dare il nostro contributo.
Ciao Claudio

mercoledì 28 settembre 2011

Laboratorio di decrescita

Ieri sera si è svolto il primo incontro tra gasisti che si vogliono occupare seriamente di decrescita.
Curiosamente e del tutto casualmente ieri era anche l'Earth Overshooting Day, cioè "il giorno dell'anno nel quale la quantità totale di risorse consumate dall'umanità eccede la capacità della Terra di rigenerarle per l'anno in esame", come dice Wikipedia.

Si è parlato del significato di decrescita, dei motivi per decrescere (vedi paragrafo precedente) ma soprattutto di come, praticamente, organizzarsi per decrescere collaborando.
Sono emerse alcune idee sugli strumenti da adottare per iniziare a sperimentare la decrescita collaborativa tra gasisti: banca del tempo, mailing list del cerco/offro, etc.
Si è deciso che lunedì prossimo (3 ottobre) ci si ritrova in sede al Maglio, ore 20.45 per definire i dettagli organizzativi e degli strumenti da utilizzare.

Il tutto sarà presentato nel corso della prossima assemblea dell'11 ottobre, ma consiglio a chi è interessato all'argomento di partecipare alla riunione di lunedì.

Qui trovate una breve presentazione autoprodotta (!) che inquadra il tema "decrescita".

Commenti e suggerimenti sono molto graditi!

Andrea

sabato 23 luglio 2011

Una grande opera inutile: la TAV in Val di Susa

Nell’ultima assemblea al GAS abbiamo dedicato uno spazio alla discussione sulla TAV in Val di Susa preparando la relazione con uno spazio a sostegno delle ragioni del Sì e uno a sostegno delle ragioni del No. Ebbene la mia convinzione e di tutti i partecipanti alla serata è che sia effettivamente l’ennesima grande opera utile a pochi (soliti) a carico della collettività. Vorrei iniziare questa discussione ribaltando la solita frase che accomuna la gente “qualunque” non informata che si appresta a dare giudizi su coloro che sono contrari a questo progetto che è solitamente la seguente: ”Sono i soliti No a qualunque opera, che si basa su pregiudizi e preconcetti in nome di un ambientalismo sbagliato.”
Dopo quello che è emerso facendo una ricerca approfondita io credo che siano i Sì, a questo punto, che riflettano posizioni pregiudiziali a prescindere dall’oggettività dei dati o nella stragrande maggioranza che non conoscano addirittura l’argomento, ma ne abbiano sentito parlare in maniera superficiale soltanto dai media (giornali e TV).
Intanto c’è da dire che dalla ricerca in rete le motivazioni che portano a dire Sì a questo progetto sono abbastanza striminzite e poche, e vanno come solito nella direzione del progresso a tutti i costi, dell’opera inevitabile che sosterrà la nostra economia e via dicendo. Chi vuole esercitarsi ad andare a cercare altre ragioni credo che rimanga alquanto deluso. Qui accanto nel blog potrà scorrere ciò che in rete abbiamo trovato a favore del Sì. Ben diverso è il fronte del No che si esprime in una miriade di siti ma che trova nel sito NoTAV tantissimo materiale tra cui una disquisizione secondo me molto interessante in 150 ragioni a favore del NO di Mario Cavargna che invito chiunque a leggere.
Una serie di ragioni per il No sono riportate qui accanto nel file che potrete consultare. Io mi limiterò ad elencare quelle più importanti a mio giudizio che mi hanno fatto propendere a spada tratta verso il NO alla TAV Torino - Lione.
Come primo dato partirei dal fatto che la TAV è stata concepita dall’Unione Europea (UE) a partire dal 1993 sull’idea che il principale valico nord-occidentale ferroviario che è il Frejus si sarebbe saturato nel trasporto merci entro il 2010. Inoltre l’apertura dei mercati dell’Est avrebbe portato le merci a transitare dalla penisola iberica lungo il famoso corridoio V che va da Lisbona a Kiev passando per l’Italia. Mai previsione è stata più disattesa di questa per una serie di motivi che sono i seguenti:
1)      le merci preferiscono viaggiare via mare per i costi minori e nonostante la Spagna abbia già la TAV da circa 15 anni le sue merci transitano dai porti sul Mediterraneo fino al Mar Nero per i Paesi dell’Est saltando tutta la rete ferroviaria continentale. Prova tra l’altro di questo dato di fatto è che la stessa UE ha stralciato dal corridoio V il tratto della penisola iberica rendendosi conto che la Spagna non ha nessun interesse a far transitare le sue merci sul continente. Pertanto attualmente il corridoio V va da Lione a Kiev e non più da Lisbona.
2)      Il traffico merci tra Francia e Italia è in calo da anni in quanto le 2 economie ormai mature all’interno del mondo occidentale hanno ben poco da scambiarsi. Entrambe con la globalizzazione si rivolgono a mercati  emergenti quali quelli orientali (Cina, India) o al Brasile.
3)      Il traffico merci come già anticipato preferisce viaggiare su nave e se ciò non è possibile preferisce il trasporto su ruote piuttosto che su ferrovia per costi minori.
4)      Il trasporto tra Italia e Francia è generalmente interregionale (cioè all’interno di circa 500 Km) e su queste tratte la ferrovia non è assolutamente competitiva con il trasporto su ruota.
Orbene per verificare quanto detto basta dare un’occhiata al grafico del trasporto merci al valico del Frejus dal 1985 al 2009 (dati ufficiali e non dei no global). Anche tralasciando l’anno nero del 2009 (crisi economica) già dal 1998 è cominciato un declino nel traffico.


Ciascuno di voi potrebbe obiettare “Beh, certo che è andata così: Ovvio la ferrovia è vecchia e le merci vanno su ruota in autostrada per i 2 valichi del Frejus e del Monte Bianco”.
Ci vuole poco a smentire questa affermazione. Basta prendere dal sito della società autostradale del Frejus e del Monte Bianco i dati del passaggio di mezzi pesanti ai 2 valichi autostradali alpini e metterli assieme. Guardate il grafico qui sotto e vedrete che questo non è certo aumentato. Anzi negli ultimi 4 anni (che qui sotto non sono rappresentati perché riporta i dati fino al 2005) il traffico si è ulteriormente contratto di un ulteriore 18% con valori di merci trasportate che nel 2009 erano pari ai valori del 1988.


Altro dato da tenere in considerazione è che il traforo del Frejus è appena stato rifatto e ultimato a dicembre 2010 abbassando il piano rotaia per far transitare carichi più elevati ed attualmente è utilizzato per meno di ¼ della sua possibile capacità.
Come secondo dato direi di parlare dei costi. Un’opera che sulla carta attualmente (il tratto fino a Torino) ci costa circa 17 miliardi di euro (quanto una finanziaria) per un costo di 120 mln a Km. Tenendo conto delle esperienze passate (la TAV Milano-Roma) i cui costi sono lievitati di circa 4-6 volte a seconda delle tratte (ragazzi siamo in Italia e sappiamo bene come finiscono le grandi opere, quando finiscono) possiamo immaginare quanto ci verrà a costare a noi ma soprattutto alle generazioni future questo fardello di debiti. Per il guadagno di poche lobby carichiamo di debiti le generazioni future che non potranno far altro che ringraziarci. Da Torino alla Slovenia ci sono poi altre linee da fare o da ammodernare per un costo che un politico di governo ha certificato pochi mesi fa di circa 26 mld di euro ulteriori. O vogliamo pensare di fare solo il tratto fino a Torino senza fare il resto?.
Non parliamo poi dei costi di manutenzione ordinaria altissimi che la progettatrice della tratta, la LTF, ha già messo in conto nel progetto a fine lavori. Ci saranno circa 65 mln di euro ogni anno da spendere a carico del contribuente italiano per opere di mantenimento ordinario (la maggior parte per il raffreddamento del tunnel).
Fortunatamente l’Italia è una penisola contornata dal mare che ne ha fatto nei secoli passati la sua fortuna attraverso le repubbliche marinare. Il commercio via mare, come detto prima, è quello più importante a livello mondiale tanto che circa il 90 % delle merci utilizza questo trasporto. Non a caso l’UE ha individuato nella logistica dei trasporti delle grandi “autostrade del mare” che partono da Barcellona, Marsiglia e Genova per quanto riguarda il Tirreno per arrivare ai paesi dell’Est sul Mar Nero. Ma se le merci preferiscono queste rotte e sia la Spagna, che la Francia che l’Italia accedono al mare tramite questi porti, che bisogno c’è di potenziare le linee terrestri?. Tra l’altro se guardiamo la cartina sottostante ci accorgiamo che le linee di comunicazione sono numerose e ben funzionanti e nessuna di queste è in fase di saturazione. Anche il traforo ferroviario al Brennero che gli Austriaci volevano costruire è fermo con una moratoria di 5 anni in quanto si sono resi conto che il traffico merci sta cominciando a declinare.



I fautori del Sì sostengono che quest’opera porterà sviluppo e accrescerà l’economia del Piemonte e dell’Italia. Le attività logistiche sono attività derivate e di servizio (non di produzione dei beni), pertanto non possono essere l’ossatura di un sistema economico in quanto non ne sostituiscono l’industrializzazione che si sta perdendo a scapito dei Paesi con costi di mano d’opera inferiori. In pratica anche se passa una bellissima ferrovia, ma il costo di un operaio italiano è di 2000 euro contro gli 80 euro di un operaio cinese spiegatemi come fa a non esserci la delocalizzazione. Noi perdiamo pezzi di industria per questo, non perché non ci sono infrastrutture.
Altro dato che vorrei sottolineare e che non concepisco è per quale motivo le merci dovrebbero viaggiare ad alta velocità?. Forse un vino francese o un’olio di oliva italiano sulle scaffalature dei supermercati dei 2 paesi è diverso se arriva un giorno prima. Fa così tanta differenza? Io penso che sarebbe addirittura meglio che ognuno si mangiasse i suoi prodotti, ma qui entro in un campo minato che non ha nulla a che vedere con la TAV ma che riguarda il PIL, la decrescita e il consumo sostenibile.
Il progetto ha ricevuto numerose critiche da parte anche di esponenti e economisti liberali vicini a Confindustria proprio sulla base del maggior costo rispetto ai benefici. Altrettanto 2 commissioni governative francesi avevano cassato il progetto perché troppo costoso rispetto ai benefici attesi.
Nonostante questo si continua a perseverare e si prosegue la strada dei grandi appalti. Finiremo in mutande ma con una grande opera.
Non mi soffermerò sul dato della salute, sul fatto che all’interno di queste montagne c’è amianto, sul dissesto idro geologico della Val di Susa, perché sono fatti locali, importanti ma locali, nel senso che come i NO TAV lo slogan deve essere ne qui ne altrove perché inutile. Deve passare il messaggio che la Val di Susa  è un problema di tutti perché l’opera è inutile qui come altrove.
Io non voglio convincere a priori nessuno ma invito coloro che sono interessati all’argomento a cercare informazioni in rete. Si renderanno a mio avviso conto di quante frottole ci stanno raccontando e di come si muove la macchina degli appalti per far arricchire i soliti. Detto questo mi viene un moto di rabbia e non posso far altro che affermare che siamo tutti  Valsusini. L’informazione è il miglior mezzo per sventare questa sciagura che ci stanno propinando come un progresso. Diffondiamo le informazioni più che possiamo.
Ciao a tutti Claudio

mercoledì 22 giugno 2011

Occupazione e PIL vanno veramente di pari passo ?

Ho deciso di scrivere questo post perché sia di spunto all’interno della nostra associazione per cominciare a discutere di decrescita, di lavoro e di PIL. Penso che un’associazione come la nostra si debba far carico di trasmettere alla società che la circonda un’idea e un’alternativa a questo sviluppo economico impostato ora sul totem del PIL che deve crescere ad ogni costo.
La crisi che sta attraversando il mondo del lavoro, anche in termini di occupazione, rende necessario lo sviluppo di attività professionalmente più evolute e oggettivamente utili che creino beni e non merci. Per quanto riguarda poi la decrescita essa viene intesa nell’accezione più comune  come un sinonimo di recessione, ma non è affatto così. “Tra le due c’è infatti un rapporto analogo a quello tra chi mangia meno di quanto vorrebbe perché ha deciso di fare una dieta per stare meglio e chi è costretto a farlo perché non ha abbastanza da mangiare.” Negli ultimi anni, a peggiorare le cose e per far fronte alla recessione i governi (e i nostri si sono ben distinti in questo) hanno adottato le tradizionali e solite misure di politica economica a sostegno della domanda: riduzione della pressione fiscale (questo in Italia non è avvenuto per il grosso debito pubblico che ci strozza); deroghe alle norme urbanistiche per incentivare la ripresa dell’attività edilizia; incentivi all’acquisto di beni durevoli: automobili, mobili, elettrodomestici; copertura dei debiti delle banche con denaro pubblico (oltre 700 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti); grandiosi piani di opere pubbliche.  Queste misure non solo non sono state in grado di rilanciare il ciclo economico e ridurre la disoccupazione, ma hanno fatto crescere i debiti pubblici al limite dell’insolvenza. Per scongiurare questo pericolo i governi hanno bruscamente capovolto la politica economica, adottando drastiche misure di contenimento della spesa statale che tolgono ossigeno alla ripresa economica e alla prospettiva di ridurre la disoccupazione.
La decrescita e quindi il variare negativo del PIL porta per molti detrattori ad un ritorno al passato, e alla riduzione dei posti di lavoro, ma non è così. Questo è ciò che ci vogliono far credere facendoci balenare bisogni e necessità create ad arte dall’industria per venderci merci e mantenere lo sviluppo economico così come è ora a vantaggio di pochi e sulla pelle di miliardi di persone. Questa obiezione non regge alla prova dei fatti, mentre invece può essere vero il contrario, che cioè la decrescita, se correttamente intesa e guidata, probabilmente è l’unico modo per consentire, un aumento dell’occupazione e un superamento della crisi. “Dal 1960 al 1998 in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più che triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire (valori a prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000 a 57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma il numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20 milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5 al 35,8 per cento della popolazione.” Un sistema economico fondato sulla crescita della produzione di merci indipendentemente da valutazioni qualitative della loro utilità, impone che le aziende accrescano la loro competitività per aumentare la produttività, il che tradotto significa produrre sempre di più con sempre meno addetti. Questo può essere vantaggioso per l’azienda, ma a livello macroeconomico comporta simultaneamente una diminuzione della domanda e una crescita dell’offerta che è la reale causa della crisi economica attuale. Un esempio lampante di questo è la FIAT. “In Italia negli anni sessanta le automobili circolanti erano 1.800.000. Nel 2008 sono state 35 milioni. Se nei decenni passati il settore aveva grandi possibilità di espansione, oggi non ne ha più. Ha riacquistato un po’ di slancio con gli incentivi alla rottamazione, ma appena sono finiti, la domanda di nuove immatricolazioni è crollata quasi del 30 per cento da un mese all’altro nel 2010 e 2011. A livello mondiale l’eccesso della produzione automobilistica è circa un terzo del totale: 34 milioni di autovetture all’anno su 94 milioni. La scelta di puntare sul rilancio della produzione automobilistica non solo si è dimostrata fallimentare dal punto di vista economico, ma è anche irresponsabile dal punto di vista energetico e ambientale”. Resta difficile capire come si sia potuto credere e far credere che incentivando la domanda di prodotti che hanno saturato da tempo il mercato si potesse far ripartire la crescita economica. L’unica possibilità di FIAT e dell’industria pesante in Italia, e in futuro nel mondo, è di riconvertirsi a fare beni durevoli e utili (forse nella green economy) senza voler a tutti i costi produrre auto con l’aiuto degli stati (vedasi il trasferire la produzione in Serbia o in altri paesi dove ci sono incentivi). Il problema non è il costo del lavoro, il problema è la troppa produzione. Altro banale esempio ben noto a tutti è quello dell’edilizia. “Negli anni sessanta anche il settore dell’edilizia presentava grandi possibilità di espansione, sia perché era necessario completare l’opera della ricostruzione post-bellica, sia perché erano in corso movimenti migratori di carattere biblico dalle campagne alle città, dal sud al nord, dal nord-est al nord-ovest. Ora non è più così. Nel quindicennio intercorrente tra i censimenti agricoli del 1990 e del 2005 sono stati edificati 3 milioni di ettari di terreno: una superficie pari al Lazio e all’Abruzzo. Contestualmente il numero degli edifici inutilizzati è cresciuto. A Roma ci sono 245.000 abitazioni vuote su 1.715.000. Una su sette. A Milano 80.000 appartamenti su 1.640.000 e 900.000 metri cubi di uffici. I terreni agricoli adiacenti alle aree urbane sono costellati di capannoni industriali in cui non si è mai svolta la minima attività produttiva. Anche la scelta di puntare sull’edilizia come volano della ripresa economica si è rivelato un errore strategico e contemporaneamente una dimostrazione di irresponsabilità ambientale perché i consumi energetici degli edifici sono superiori a quelli delle automobili. Assorbono altrettanta energia, un terzo del totale, ma solo in cinque mesi per il riscaldamento invernale”. Questo consumo non fa altro che aumentare il PIL, ma ciò è un danno non un vantaggio (il vantaggio è solo per i produttori di energia e i paesi del petrolio che ricavano guadagni) oltre che aumentare l’inquinamento e contribuire all’alterazione del clima. Basterebbe ristrutturare gli alloggi, isolandoli meglio. Ci costerebbero di meno in termini energetici, inquinerebbero di meno e sarebbero beni più duraturi. I cantieri darebbero lavoro a migliaia di addetti, decrescerebbe negli anni successivi il PIL, ma non certo il benessere.
Riducendo il consumo di merci che non sono beni, il denaro che si risparmia deve essere necessariamente utilizzato per pagare gli investimenti,  i salari, gli stipendi, le parcelle, i guadagni di chi produce, commercializza, installa, gestisce e fa la manutenzione delle tecnologie che riducono il consumo di merci che non sono beni. Altro effetto devastante si è avuto nel settore agro-alimentare con la produzione di prodotti insapori, avvelenati e destagionalizzati dell’agricoltura chimica (che consuma grandissime quantità di energia e produce pochi posti di lavoro e quei pochi mal retribuiti), trasformati in cibi standardizzati dall’industria alimentare, trasportati a distanze anche intercontinentali e commercializzati dalla grande distribuzione organizzata. La rivalutazione dei prodotti tipici locali, delle coltivazioni autoctone, della stagionalità, delle cucine tradizionali,  delle filiere corte, dei mercati contadini, porta alla riscoperta di lavori utili, e di beni e non merci. In questa inversione di tendenza, i coltivatori biologici da una parte,  e i gruppi d’acquisto solidale dall’altra stanno ricreando una economia locale che sviluppa l’occupazione (che si andava perdendo in agricoltura), realizza prodotti svincolati dalla necessità delle mode, dal bello della pubblicità o dalla intermediazione commerciale con prezzi remunerativi per entrambi e qualità superiore. Bisogna decidere quali produzioni incentivare (l’indirizzo deve essere dato dalla politica e da noi stessi) e quali si ritiene opportuno ridurre. Non ci si può limitare a spendere grandi somme di denaro pubblico, che tra l’altro non ci sono, per finanziare grandi opere, di cui si conosce a priori l’inutilità, solo perché si ritiene che possano fare da volano alla ripresa economica, ma occorre finanziarie opere pubbliche che consentono di migliorare la qualità ambientale e la vita degli esseri umani. L’aumento a priori del PIL a tutti i costi non porta ad un aumento del benessere. 3 mesi prima di essere ucciso Robert Kennedy fece questo discorso all’America: “Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani.” Il rileggerlo ora mi fa accapponare la pelle. Qui c’è tutta la contraddizione di uno sviluppo economico sbagliato e deleterio per il pianeta in toto.
Concludo questo scritto con una frase di Maurizio Pallante che è un augurio e una speranza che il lavoro possa riprendere negli anni futuri la dignità che merita perché è alla base del nostro modo di stare assieme agli altri sulla Terra e alla base della nostra costituzione che ogni tanto dovremmo rileggere e difendere come dice Benigni.
“La decrescita svela la follia insita nell’obbiettivo di creare occupazione come un valore in sé, omettendo di definire per fare che cosa. Solo una società malata, profondamente malata come quella che finalizza l’economia alla crescita del prodotto interno lordo può averlo pensato e può continuare a pensarlo anche di fronte all’evidenza di non riuscire più a farlo.
Nel tornante storico che l’umanità sta attraversando si può creare occupazione soltanto in lavori che consentano di superarlo attenuando i problemi e ponendo riparo ai danni creati dalla crescita della produzione e del consumo di merci. Soltanto liberando il fare dalla camicia di forza del fare tanto e restituendogli la sua connotazione qualitativa di fare bene si può dare lavoro e una speranza per il futuro a quanti ne sono privi”.
Ciao a tutti,
Claudio

domenica 19 giugno 2011

Finalmente qualcosa da festeggiare…

Finalmente qualcosa da festeggiare all’assemblea del Gasolo che si è tenuta martedì 14 giugno a ridosso del grandissimo risultato elettorale referendario al quale l’associazione ha dato il suo piccolo contributo. Questo esito è solo la partenza di un percorso che deve portare nuovi stimoli e favorire la partecipazione degli individui a scelte così importanti per la vita. Soprattutto per quanto riguarda l’acqua pubblica da ora cominciano le difficoltà. Non bisogna abbassare la guardia e l’attenzione dell’opinione pubblica e proseguire nel cammino di ripubblicizzazione dell’acqua a livello comunale.
A parte i festeggiamenti, all’assemblea erano presenti numerosi soci e sono stati trattati i vari punti che erano stati messi all’ordine del giorno, dalla relazione sulla visita a IRIS (pasta), alla proposta di alcuni nuovi fornitori, al percorso di autonomia dei GAS satelliti, e tanto altro che ora non sto a descrivere.
Finale con brindisi tra i presenti...

venerdì 10 giugno 2011

Dove vai domenica ?

domenica 22 maggio 2011

IRIS bio - 16 maggio 2011

Carissimi Maurizio e Fulvia,
siamo ancora inebriati di ciò che abbiamo vissuto oggi..
A cominciare dalla cronistoria di Maurizio, che attraverso il suo vissuto, fatto di scelte coraggiose che puntano alla libertà dell’essere umano, ha fatto convogliare parole che come un vortice sono penetrate nel nostro intimo mettendo in discussione attraverso il confronto le scelte quotidiane di vita, in ognuno di noi… è stata una bella scossa! Per cui grazie!
E poi con Fulvia! Che con la sua determinazione ci accompagnava tra i campi con il fango che si appiccicava sotto i nostri piedi, quasi a farci provare il peso e la fatica dei passi fatti da chi ogni giorno si deve scontrare e combattere per ottenere e garantire un minimo di sopravvivenza. Un quotidiano fatto di lotte, ma dedito e colmo di amore per quella terra così difficile, così pesante.. Ma ella ha saputo infondere nel cuore la passione e nuove consapevolezze… Grazie!
Abbiamo ancora nel palato il sapore del cibo buono! Il gusto e la gioia  di ciò che da voi si respira, si vive.. e si mangia!
Perciò un grazie di cuore per tutto ciò che avete portato nelle nostre coscienze attraverso le vostre inestimabili conoscenze!…
Un abbraccio e grazie mille per tutto!
Stefano e tutto GASolo



mercoledì 18 maggio 2011

Assemblea del 10 maggio 2011


Come tutti i secondi martedì del mese è tempo di assemblea. Si comincia con la presentazione da parte di Rino della conferenza programmata per il 31 maggio sull’”acqua bene comune”. Relatore della serata sarà Valter Bonan. La serata sarà aperta alla cittadinanza e servirà per farsi un’idea del perché i referendum sono così importanti. GASolo farà informazione affinché la gente vada a votare e si possa raggiungere il quorum. Maggio si dimostra un mese importante per GASolo, visto le numerose iniziative che sono state messe in cantiere. Si ricorda anche la serata sul nucleare e rinnovabili con Mirco Rossi per il 26 e la serata sull’alimentazione con Marcello Pamio il 20 di maggio. Tempi duri per i distributori di volantini e locandine dell’associazione che sono chiamati ad un superlavoro.
E’ poi la volta di Claudio che illustra la gita appena fatta ad un nostro fornitore di farine (Le Barbarighe) e presenta la carta dei fornitori preparata e compilata per la prima volta in questa occasione. La carta si dimostra puntigliosa e ricca di informazioni che verranno tenute in sede per ogni fornitore. Complimenti ad Andrea che l’ha sviluppata. Sulla relazione della gita trovate un post sul blog.
Piccoli spunti organizzativi vengono elencati per la gita in Val Vecia e per la prossima gita al fornitore di pasta (IRIS).
Viene introdotta alla fine la discussione su Astorflex dopo la querelle con Ersilia Monti e il logo XiGAS che ha sollevato alcune polemiche in rete. Il dibattito interno alla associazione si fa interessante e come altre volte vengono toccati temi essenziali, da cosa è un GAS, a cosa ci distingue e cosa vogliamo, dal consumo critico e dagli stili di vita. Insomma una discussione viva e utile per il nostro GAS. Discussioni del genere devono essere incentivate e portano ad un arricchimento di GASolo. Direi che questa discussione valeva da sola  il biglietto di ingresso alla assemblea se ci fosse stato.
Alla prossima assemblea che sarà dopo i referendum, sperando di avere raggiunto il quorum. Ciao Claudio

giovedì 5 maggio 2011

Evviva!

Pubblico integralmente il comunicato stampa di oggi del Comitato Primavera di Maser che esulta per l'esito positivo del ricorso al T.A.R. contro l'ampliamento dello stabilimento Marcon di Maser.
E' stato un tema sul quale ci siamo impegnati e messi in gioco anche noi di GASolo, per cui condividiamo la soddisfazione del Comitato Primavera!
Andrea

Testo del comunicato stampa:
Soddisfazione da parte dei componenti del  COMITATO PRIMAVERA di Maser dopo aver appreso che il TAR del Veneto ha accolto il ricorso presentato il 14 maggio del 2010 annullando di fatto la delibera Regionale che autorizzava l’ampliamento dello stabilimento (che lavora rifiuti anche tossico nocivi a Maser) della MARCON SRL.
E’ la presidente del Comitato Zoggia Lorena ad intervenire:
“Noi del Comitato Primavera sono 10 anni che lottiamo affinché non venga concesso questo ampliamento; chiediamo con forza il rispetto del nostro diritto di godere delle nostre abitazioni, di vivere in un ambiente sano e di non subire disagi connessi all’attività di trattamento rifiuti che si svolge vicino alle nostre case. Da sempre noi sosteniamo che questa attività deve essere trasferita in un altro sito. 
In questi dieci anni noi del “Comitato Primavera” abbiamo sostenuto una battaglia che ci ha visto più volte andare in Municipio a protestare e a denunciare i continui problemi che questa attività ha creato, questa attività è troppo vicina alle case, (in quella zona vivono circa 300).
Tutto era iniziato circa 9 anni fa, voluto anche dall’allora amministrazione comunale di Maser (che per sistemare una critica situazione igienico sanitaria) sosteneva  che l’unica soluzione fosse quella di concedere l’ampliamento (ma non dell’attività). Noi del Comitato Primavera riteniamo singolare che, per sistemare una situazione critica, si sia scelto di concedere un ampliamento; avremmo ritenuto più opportuno non agevolare l’ampliamento dello stabilimento si dovevano, piuttosto, cercare soluzioni per ridurre l’impatto dell’attività nell’area circostante l’azienda.
I cittadini di Maser si sono allora riuniti in un comitato e nel mese di giugno del 2009 è stata depositata una relazione (evidenziando una serie lunghissima di criticità) nella quale venivano ben esplicitati anche i rischi IDRAULICO, SISMICO, CHIMICO relativi all’area, rischi che non erano stati adeguatamente valutati nel progetto presentato.
Ora grazie al lavoro fatto, in questi anni, dal Comitato Primavera abbiamo raggiunto l’obiettivo.
Non dovevamo arrivare a questo punto: è chiaro che ci dovevamo fermare prima, i segnali erano chiari: non si doveva permettere l’ampliamento di questa attività pericolosa in un’area che, al di là delle definizioni tecniche, rimane un’area impropria.
E non dica l’imprenditore che non sapeva e che ha buttato tanti denari:
Il Comitato ha sempre dichiarato che avrebbe fatto ricorso e che si sarebbe opposto; inoltre nel mese di novembre 2009 sono state consegnate al Sindaco 750 firme di cittadini per chiedere di impugnare al TAR del Veneto l’eventuale parere favorevole della Commissione VIA (rispettando così gli impegni presi in campagna elettorale):fare scelte che privilegiano la salute dei cittadini agli interessi, pur legittimi, di un imprenditore; di tutelare la salute dei cittadini  insieme alla salvaguardia del territorio”.
“Siamo oggi molto felici del risultato ottenuto anche se spesso noi cittadini siamo soli a combattere queste battaglie per la vita e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo.
Un grazie particolare quindi ai molti cittadini, ai tecnici, e alle associazioni  che in questi anni ci hanno dato una mano.”

Ora è fondamentale la collaborazione dei vari enti interessati per aprire, al più presto, un tavolo di confronto con l’imprenditore così da trovare alternative e siti idonei dove poter dislocare questo tipo di attività, quella zona non potrà mai sopportare una attività così pericolosa.

domenica 1 maggio 2011

GASolo alle Barbarighe...

Il giorno di Pasquetta “gita fuori porta” per il Gasolo destinazione l'Azienda Agricola Le Barbarighe a San Martino di Venezze in provincia di Rovigo. La giornata si è rivelata stupenda sotto tutti i punti di vista, sia come tempo che come esperienza. Siamo arrivati in perfetto orario proprio per l'ora di pranzo e siamo stati accolti molto familiarmente da Leonardo, Silvia, Pongo e Baloo (i 2 cani delle Barbarighe). 

Pranzo preparato con prodotti dell'azienda a base di cereali (grano e farro) esclusivamente integrali. Era ancora ben vivo dopo la conferenza sulle farine (la settimana prima) il monito della Dott.ssa Trevisan sull'utilizzo delle farine di tipo integrali per cui il buon gasista non può più utilizzare farine bianche facendo orecchie da mercante. Enrico e Ruggero hanno poi dato il colpo di grazia con il vino e l'assaggio di varie birre bio oltre che di succhi di frutta autoprodotti.








Una volta archiviato il pranzo siamo partiti al seguito di Leonardo per visitare le coltivazioni di cereali dell'Azienda, mentre i bambini sono stati “trascinati” da Pongo e Baloo che hanno scorazzato per i campi in cerca di fagiani. 








 La passeggiata è stata istruttiva anche per l'elevata esperienza di Leonardo che ci ha fatto ammirare uno spettacolo di natura incredibile. Campi a vista d'occhio in una giornata primaverile meravigliosa con la natura che si sta risvegliando e dove l'uomo ancora segue il ritmo delle stagioni e i tempi che questa detta. Nessuna casa all'orizzonte, ne traffico o macchine. Un posto veramente incontaminato che speriamo rimanga tale per tanto tempo ancora. 




Abbiamo ammirato i vari tipi di cereali (avena, grano, orzo, segale, farro) e verificato come vengono prodotti rispettando i dettami delle coltivazioni bio con la rotazione delle semine, con siepi di ripopolamento per gli animali e fascie di terreno per distanziarli dalle colture tradizionali. Molti gasisti hanno fatto anche un grande raccolto di bruscandoli che in serata sono finiti in un risottino purificante.










 


Al ritorno in Azienda i bambini si sono messi a giocare con una piccola macina del grano e hanno sperimentato manualmente come si ottenga la farina e come si effettua la setacciatura. Bianchi come i mugnai di un tempo hanno poi ripreso a correre e a giocare per l'aia dell'Azienda su e giù per una piccola montagna di cippato di pioppo che verrà utilizzato come biomassa per il teleriscaldamento e la produzione di energia elettrica in una piccola centrale lì vicino.



Con una certa nostalgia abbiamo dovuto lasciare a sera l'Azienda per rientrare verso casa. 
Per i bambini è stata una giornata meravigliosa piena di scoperte e di svago. Per noi adulti è stata un'immersione in un passato non tanto lontano ma ormai dimenticato. Un grazie di cuore a Silvia e Leonardo delle Barbarighe e a tutti i partecipanti. 

Claudio

domenica 24 aprile 2011

E' tutta farina del nostro sacco!

Fa sempre piacere vedere che un'iniziativa organizzata con passione riscuote successo ed una notevole partecipazione di pubblico. E' quello che è successo martedì in occasione dell'incontro pubblico informativo "E' tutta farina del nostro sacco!"
La dott.ssa Michela Trevisan ha saputo illustrare benissimo le virtù di un'alimentazione sana, basata su cibi prodotti con materie prime (in primis farine) integrali, in contrapposizione all'alimentazione "industriale", purtroppo spesso causa, assieme all'inquinamento ambientale, di un lento processo che porta il nostro organismo da uno stato di salute ad uno di debilitazione e malattia.




Ecco di seguito il grafico che dimostra, dati alla mano, quanto sia irreale, oggi, l'impressione di godere di un'ottima qualità di vita. Si tratta dell' Aspettativa di vita in salute alla nascita (donne)












Ma possiamo informarci, conoscere, ed avere la voglia di iniziare a cuocere ed a mettere in tavola alimenti più sani per iniziare a preservare la nostra salute!


(grazie ad Heidi per la foto)

venerdì 1 aprile 2011

Martedì al Maglio

Concretizzando un'idea che gira da qualche tempo, e sull'onda del successo dell'incontro sui detergenti autoprodotti di martedì scorso, annuncio ufficialmente che ogni martedì da qui a fine giugno la sede del Maglio sarà aperta e a disposizione dei soci.

Lo scopo è avere un luogo e del tempo a disposizione per confrontarsi, proporre e condividere di idee, organizzare attività, leggere, occasionalmente vedere un film, etc.
Alcuni gasisiti si sono resi disponibili a tener aperto il Maglio a turno, la sera, dalle 20.30.

Terrò aggiornata la home page del nostro blog con la data della prossima apertura sede (sempre in alto a dx, dove c'è anche l'indicazione della data della prossima assemblea).

Alcuni martedì si potrebbero dedicare a specifici argomenti proposti dai soci; martedì scorso s'è approfondita l'autoproduzione di detergenti, mentre il prossimo martedì (5 aprile) si affronterà il tema della panificazione.
Quindi portate ricette, campioni per assaggi, o anche solo la voglia di saperne un pò di più sull'argomento.
So che tra di voi, gasisti, ci sono esperti panificatori; vi aspetto, numerosi!

Andrea

giovedì 17 marzo 2011

Assemblea del 15 marzo 2011

Ecco qua il resoconto dell’ultima assemblea di GASolo. La sala del Maglio, devo dire, comincia ad essere un po’ strettina per le riunion,i soprattutto per accogliere la nuova disposizione circolare dei partecipanti che più di tanto non si riesce ad ottenere. La serata, seppur piovosa e uggiosa all’esterno, è stata abbastanza frizzante e calorosa al suo interno. Mi è sembrato di percepire tra gli associati un atteggiamento di condivisione, di amalgama e di responsabilizzazione importante.
Il nostro instancabile e riconfermato presidente ha aperto la serata presentando il nuovo consiglio direttivo eletto nell’ultima assemblea con le nuove cariche sociali. Brevemente ha ricordato alcuni appuntamenti già fissati quali l’incontro con Arianova, la giornata ecologica ad Asolo e l’intervista radiofonica che sarà per martedì 22 marzo.
Annamaria e Milly hanno presentato con dovizia di particolari e completezza nell’esposizione un nuovo fornitore di detergenti e anche di oli essenziali  che verrà affiancato nei prossimi ordini al solito fornitore.

Stefano ha poi esposto il bilancio consuntivo del 2010 che è stato votato dai soci. Abbiamo qualche soldino da parte da poter spendere. Siamo stati formichine e non cicale.
E’ venuto poi il momento di illustrare ai soci l’esito del questionario che era stato consegnato nei mesi precedenti. Proposte, indirizzi e considerazioni che ne sono scaturite ci consegnano un’associazione in buona forma, che riesce a cogliere il sentire dei soci e appare gratificante, ma soprattutto condivisa e appoggiata. Siamo su una buona strada.
Come da ordine del giorno si è parlato di farine e di come incentivare l’acquisto di farine poco setacciate per mantenerne tutte le proprietà alimentari e organolettiche. Abbiamo messo in cantiere una serata con una nutrizionista esperta che ci chiarirà tutti questi aspetti e come utilizzarle al meglio per la seconda metà di aprile.
Andrea ha chiarito il progetto del direttivo di rendere autonomi i GAS attualmente “satelliti” al nostro per potenziarli e mantenerli comunque agganciati dal punto di vista organizzativo. Verrà fatta una riunione con i loro rappresentanti per esporgli il progetto e raccogliere le loro problematiche eventuali.
Interessantissima è stata la relazione di Stefano che ci ha aperto gli occhi sulle gomme rigenerate e sulla loro ecologicità (riciclo di alcune volte della carcassa) rispetto alle gomme nuove facendo guadagnare l’ambiente e il cittadino in quanto costano di meno e sono altrettanto sicure come quelle nuove. Tra l’altro ogni gomma deve sottostare a rigidi criteri di controllo dettati da norme europee (per fortuna non italiane aggiungo io). La proposta interessantissima è quella di trovare un gommista che le recuperi, le invii nel centro che Stefano ha visitato a Trento che le rigenera e le restituisce al gommista che le rimonta sul nostro autoveicolo. Risparmio in denaro, riciclo, minori emissioni di CO2 e di prodotti fossili è il risultato apprezzabile di questa filosofia che ci ha presentato. Gli unici che non sarebbero d’accordo sono i vari Tronchetti Provera e l’inceneritore di Pederobba, ma pazienza, o forse meglio.
Al termine della riunione, mantenendo i tempi e la scaletta che ci eravamo prefissati in maniera perfetta, Paolo ha parlato della proposta di mantenere aperta la sede del GAS ogni martedì sera per farne la “Casa del Popolo” del GASolo. A turno i soci apriranno la sede e chi vorrà potrà venire e "ciacolare" con altri su temi di attualità, giocare, guardare assieme film, leggere, etc. senza vincoli ne’ impegno. Il massimo del confronto e del senso di appartenenza allo stesso mondo. Riuscire a fare questo sarebbe bellissimo in una realtà dove il senso di appartenenza si sta perdendo e dove il trovare un interlocutore su qualsiasi tema sta diventando impossibile.
E scusate se è poco
Ciao alla prossima,
Claudio

giovedì 10 febbraio 2011

Assemblea dell'8 febbraio 2011

Momento elettorale ieri sera prima e durante l’assemblea di GASolo. Si trattava di rieleggere il nuovo consiglio direttivo che rimarrà in carica per il biennio 2011-12.

Prima di procedere con il riassunto di ciò che è avvenuto ieri sera vorrei a nome di tutta l’associazione fare un ringraziamento ai 3 consiglieri uscenti che non si sono ricandidati Silvia, Paolo e Alessandro per il magnifico lavoro svolto assieme a noi in questi due passati proficui anni. Ci mancherete ma so che sarete comunque presenti all’interno dell’associazione per ogni evenienza. Se l’associazione è ben viva è anche merito vostro. Grazie, grazie, grazie …..

Mentre il seggio elettorale continuava a funzionare, nella sala generale si sono affrontati i temi che erano stati posti all’ordine del giorno. C’è stato il consueto resoconto di fine anno degli acquisti (di tutto il 2010) dal quale traspare un’associazione in ottima salute con ben 18 referenti di prodotto (circa il 20% dei soci, cosa non da poco) e un aumento del 60 % del “fatturato” che è arrivato a quasi 72 mila euro. Una discreta sommetta tolta ai soliti canali distributivi.

Oltre tutto, con pochissima fatica sono stati individuati altri 6 referenti che andranno a sostituirsi ai 3 referenti “dimissionari” (è giusta anche un po’ di pausa e di rotazione) per la gestione dei detergenti, del parmigiano e delle calzature. Questo è ricambio e collaborazione.

Si è passati poi a valutare la prima fornitura di birra biologica che ha riscosso notevoli apprezzamenti alla degustazione degli intenditori. Verrà fatto pertanto un nuovo ordine da Enrico che nel frattempo si occuperà di sondare il mercato sull’esistenza di altri fornitori più vicini.

A breve verrà lanciata una riunione aggiuntiva destinata a coloro che vorranno impegnarsi e proporre iniziative e corsi nel 2011. Questa dovrebbe favorire con numeri più piccoli dell’assemblea l’avvio operativo dei progetti che verranno segnalati dai soci.

Visto che dai primi questionari esaminati emerge che la visita ai fornitori è un elemento indispensabile per controllare la qualità dei prodotti e cementare la collaborazione con questi, è stato approntato un calendario di visite da aprile a ottobre con scampagnate per i soci che vorranno partecipare. Qui il gruppo socialità assieme ai referenti di prodotto cercherà di organizzare le gite specifiche.

A metà giugno con l’arrivo del caldo è stata programmata una gita ludica con pernottamento nella Malga di Val Vecia in Grappa. Serafino ci farà sapere a tempo debito come organizzarci.

Il 20 marzo ci sarà ad Asolo la consueta Giornata Ecologica con la raccolta dei rifiuti abbandonati lungo i fossati del comune. GASolo interpellata dall’amministrazione attuale ha dato la propria disponibilità. Ritengo che fatta assieme ai figli sia alquanto educativa e vada appoggiata da chi può parteciparvi.

Grande entusiasmo ha raccolto la proposta del nuovo socio Enrico che sarà quella di caratterizzare tutti i prodotti che acquistiamo mettendo una scheda sul blog consultabile da qualsiasi socio che magari nuovo non conosce appieno i prodotti. Chiaramente la proposta è stata approvata senza esitazione dall’assemblea vista la enorme mole di lavoro che comporterà. Apprezzabilissimo.

Fabio ha ricordato che il giorno 24 febbraio a Crespano si terrà un’incontro con Officina Natura che riguarderà i temi legati ai detergenti. Cosa verificare sui prodotti e cosa a cui prestare attenzione. Mi sembra un tema rilevantissimo.

Al termine dell’assemblea si sono festeggiati con un brindisi i nuovi consiglieri con il buonissimo vino prosecco biologico prodotto dalla nostra socia Sonia e dal marito che si propone di produrre come azienda vinicola questa prelibatezza. Sbevazzoni, dovrete tenere in considerazione questo prosecco eccellente.

Ebbene al termine di tutto sono stati proclamati i nuovi 9 consiglieri che andranno a lavorare per i prossimi 2 anni. Non so se debbano festeggiare oppure no. A parte gli scherzi un buon lavoro a Claudio, Laura, Marika, Paola, Andrea, Marco, Stefano, Evelino e Annamaria.

Ciao a tutti Claudio

giovedì 13 gennaio 2011

Assemblea dell'11 gennaio 2011

Anno nuovo, nuove energie!
...quindi riprendo con i resoconti delle assemblee.
Assemblea piuttosto partecipata, questa prima del 2011, per rinnovare l'iscrizione all'associazione, immagino, e/o forse anche perchè a inizio anno tutti recuperano un pò di energie per uscire la sera.
Avvio di serata con distribuzione del materiale pubblicitario dell'incontro informativo sul G.A.S. fotovoltaico 2011 di Arianova (martedì 18/01 a San Zenone), seguito da pronunciamento dei 7 consiglieri uscenti sulle proprie intenzioni di ricandidatura.
Ebbene si, GASolo compirà a febbraio 2 anni di vita, e come da statuto, finirà il mandato dell'attuale consiglio direttivo. Tempo di rinnovamento quindi, perciò dopo che i consiglieri uscenti si sono espressi, è stata data la parola ai soci presenti in modo che potessero presentare la propria candidatura, dato che alla prossima assemblea di febbraio si voterà il nuovo consiglio direttivo.
3 soci si sono fatti avanti: Annamaria, Marika e Marco. Chi volesse aggiungersi ha tempo fino all'assemblea di febbraio, basta che mi avvisi anche via mail. Provvederò eventualmente ad informare tutti i soci.
Abbiamo quindi affrontato la faccenda questionario, quello che è arrivato a tutti i soci recentemente con lo scopo di sondare l'opinione di ognuno circa la soddisfazione per quanto fatto finora e le aspettative per il futuro di GASolo. Claudio, l'ideatore delle terribili 4 pagine di domande a risposta multipla e richieste di incoffessabili motivazioni, ha spiegato l'importanza che tale strumento ha secondo i consiglieri che l'hanno proposto, lasciando poi la parola ai soci per i propri commenti.
In seguito ho informato circa l'autosegnalazione di un potenziale fornitore di pasta di mais o riso, segnalazione che ha suscitato un certo interesse tra i gasisti presenti. Quindi Sonia Stramare si è gentilmente offerta di prendere contatto con il potenziale fornitore per prendere ulteriori informazioni.
Infine s'è fatto un pò di brain storming, come si dice, sulle possibili iniziative da realizzare nel 2011, anche in considerazione del fatto che la cassa di GASolo ora permette anche di pensare a "investireci" qualche euro. Fare una pianificazione di massima ad inizio anno sarebbe saggio, a mio modo di vedere, al fine di ottimizzare le energie e magari le sinergie anche con altri GAS o associazioni amiche. Anche in questo caso, chiunque voglia proporre un'idea/progetto può scrivermi o venire a descriverla alla prossima assemblea di febbraio.
Alla prossima!