lunedì 14 aprile 2008

Istruzioni per l'uso

Considerato il numero notevole di mail che giungono ultimamente all'indirizzo del GAS chiedendo informazioni sulla natura e sulle attività di GASolo, e considerato che la grandissima parte di queste arriva da persone che hanno visitato questo blog, ho pensato di pubblicare questo post con lo scopo di fornire le informazioni indispensabili.

Detto che il modo migliore per conoscere GASolo è partecipare alle riunioni periodiche durante le quali discutiamo e organizziamo gli acquisti e le attività, tento di seguito di dare un'idea di chi siamo e cosa facciamo.

Siamo un gruppo di una decina di famiglie dell'asolano, al quale se ne stanno aggiungendo altre, che si sono organizzate per fare acquisti solidali.
Per ora: farine bio, pasta bio, riso bio, parmigiano reggiano bio, detergenti ecologici, olio di oliva, agrumi bio.
Fare acquisti solidali significa per noi prestare sicuramente attenzione alla convenienza economica, ottenuta cercando di acquistare direttamente dai produttori e saltando quindi la distribuzione, ma dando priorità ad alcuni "principi etici": cerchiamo di riconoscere un compenso "equo" al produttore, di acquistare prodotti sani e di qualità (quindi biologici quando si tratta di alimenti) di rivolgersi a produttori possibilmente piccoli e locali per stabilire un rapporto di conoscenza e fiducia reciproca, promuovere le economie locali e ridurre l'impatto ambientale dovuto al trasporto delle merci.

Ogni prodotto ha un referente, cioè una persona che si prende l'onere di organizzare l'acquisto occupandosi di raccogliere gli ordini dagli altri partecipanti al GAS e inoltrarli al produttore, ricevere la merce e distribuirla.
Le comunicazioni tra di noi avvengono prevalentemente via eMail perchè troviamo sia un metodo efficiente ed economico di comunicare.
Siamo, per ora, un semplice gruppo informale di cittadini che si regge sulle idee e sull'impegno spontaneo di ognuno. Chi fa parte del GAS non ha alcun obbligo: non c'è iscrizione nè quota di partecipazione, non ci sono vincoli sulla tipologia nè sulla quantità dei prodotti che da acquistare.
Semplicemente ognuno cerca di contribuire come può alle attività di acquisto, a seconda della propria disponibilità di tempo ed energie.

Ma vogliamo anche essere un'occasione di aggregazione sociale: vorremmo che il GAS costituisse un'iniziativa in grado di far incontrare persone e dare un contesto nel quale scambiare idee e opinioni, in particolare sui temi del consumo critico e della salvaguardia dell'ambiente.
In questo contesto s'inserisce una recente conferenza tenuta alla Fornace di Asolo sulle tematiche energetiche organizzata e promossa dal GAS che ha avuto un buon successo e un notevole seguito in termini di persone che come voi si sono messe in contatto col GAS. Ora stiamo pianificando tre incontri di approfondimento su risparmio energetico domestico, fotovoltaico, solare termico e geotermia in collaborazione con il distretto della bioedilizia.

Mi pare tutto (ma potrei aver dimenticato qualcosa, quindi GASoli correggetemi), cercherò di mantenere aggiornato questo post, quando novità rilevanti interverranno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono capitato in questo blog per caso, cercando di trovare gruppi di acquisto solidale vicini a Paderno del Grappa. Purtroppo, devo dire di essere ancora alla ricerca.
La definizione e il concetto di solidarietà è ineccepibile. Purtroppo però diffido da gente che paga un prezzo maggiorato per alimenti biologici. Mi chiedo: sai cos'è un alimento biologico? Ovviamente no, se pensi che si debba pagare di più. E il termine di paragone sono i prezzi di vendita della grande distribuzione, che sappiamo essere già moltiplicati dieci volte rispetto a quello di partenza. E l'agricoltura biologica ha prezzi di produzione minori o, al massimo, paragonabili a quelli di produzione "industriale", prettamente chimica.
Si è parlato di parmigiano, dei 7 € e spiccioli del Conad. Cosa significa "quello che pago venti euro è biologico e quello che pago 5 non lo è"? Se un prodotto ha denominazione DOP, di certo ha il suo standard di produzione, e gli ingredienti hanno pressoché la stessa qualità, per cui non esiste parmigiano reggiano biologico e parmigiano reggiano industriale. Tra l'altro, sinceramente, trovo molto più da pecoroni essersi fatti infinocchiare da chi fa pagare salatamente i prodotti biologici, piuttosto che andare a comprare il parmigiano a 7€. Insomma...non dimostrare di avere arguzia, quando l'arguzia ti manca abbondantemente. Come si può difendere la propria posizione dicendo che il risparmio lo hai mangiando meno? Ma ci rendiamo conto?
Spero che gli altri partecipanti al gruppo abbiano più sale in zucca. Solo perché Beppe Grillo è arrivato sul suo carretto in piazza e ci è salito sopra urlando, non è necessario imparare a memoria i suoi ragionamenti e andare a sbrodolarli in giro, smettendo di usare la propria testa.

Andrea F.

Gruppo di Acquisto Solidale di Asolo ha detto...

Andrea F., mi pare lei tenda a sparare sentenze con una certa facilità, peraltro sulla base di supposizioni del tutto fuori luogo circa il mio pensiero.
Mi creda, non sono così sciocco da pensare che prezzo alto significhi alta qualità, nè che un prodotto biologico sia necessariamente un prodotto di grande qualità.
Innanzitutto il parmigiano a 7 € è, come scritto nell'apposito post, un prezzo civetta, fuori mercato, pensato per attirare i clienti; il prezzo al quale si trova normalmente al supermercato è molto simile a quello che riconosciamo al fornitore del GAS, che per la cronaca è di 11 € al Kg (stagionatura di 15/18 mesi).
In secondo luogo, il parmigiano biologico esiste e si differenzia sia per ingredienti sia per lavorazione dal parmigiano D.O.P. del supermercato. Si documenti e vedrà che è così.
Inoltre, se come mi pare di capire, concorda con me sul concetto di acquisto solidale, converrà con me che sia preferibile riconoscere al produttore quello che personalmente ritengo sia un "giusto prezzo" piuttosto che dare gli stessi soldi (accezion fatta per quelle rare occasioni in cui decide di farne un prodotto civetta) alla grande ditribuzione.
Infine, ciò che a lei sembra così assurdo, e cioè il consumare meno (che è sempre auspicabile) anche per compensare un eventuale prezzo leggermente superiore, a me sembra semplicemente coerente con il concetto di sobrietà, concetto che chi fa consumo critico di solito apprezza e che le consiglierei di contemplare quando argomenta con tanta gratuita veemenza.

Andrea Lovisetto

Anonimo ha detto...

Caro Andrea L., pur riconoscendo la mia veemenza vorrei farle presente che questa è una mera caratteristica del mio stile di scrittura e non va ad intaccare in alcun modo il contenuto dei miei commenti.
Per quanto riguarda le "supposizioni del tutto fuori luogo" circa il suo pensiero, credevo fosse sottinteso che tutte le mie critiche fossero su ciò che ha scritto nei post e non certo su mie fantasiose ipotesi, come lei afferma.
Per evitare che ciò accada ancora, mi vedo costretto a riporta noiosamente le parti del suo pensiero che ho criticato e che critico.

"Innanzitutto il parmigiano a 7 € è, come scritto nell'apposito post, un prezzo civetta, fuori mercato, pensato per attirare i clienti; il prezzo al quale si trova normalmente al supermercato è molto simile a quello che riconosciamo al fornitore del GAS, che per la cronaca è di 11 € al Kg (stagionatura di 15/18 mesi).".

Beh, tutto ciò mi era già chiaro anche prima che lei me lo ribadisse e non è stato criticato in alcun modo. Per cui il primo punto del suo commento lo trovo alquanto inutile.

"il parmigiano biologico esiste e si differenzia sia per ingredienti sia per lavorazione dal parmigiano D.O.P. del supermercato".

Si, esiste. Non mi sono documentato prima, ma l'ho fatto ora. La differenza sta soltanto negli ingredienti, come logica preannuncia. Per essere D.O.P la lavorazione comunque deve essere la stessa. Ma comunque anche questo non è il punto principale.
Il mio totale disappunto va a quanto segue:

"Inoltre, se come mi pare di capire, concorda con me sul concetto di acquisto solidale, converrà con me che sia preferibile riconoscere al produttore quello che personalmente ritengo sia un "giusto prezzo" piuttosto che dare gli stessi soldi (accezion fatta per quelle rare occasioni in cui decide di farne un prodotto civetta) alla grande ditribuzione"
"Fare acquisti solidali significa per noi prestare sicuramente attenzione alla convenienza economica, ottenuta cercando di acquistare direttamente dai produttori e saltando quindi la distribuzione, ma dando priorità ad alcuni "principi etici": cerchiamo di riconoscere un compenso "equo" al produttore"


Concordo pienamente col concetto di acquisto solidale, ma non con il suo concetto dello stesso. La solidarietà non è di certo univoca, ovvero solo noi che acquistiamo dai produttori siamo solidali con loro e li paghiamo ciò che questi ritengono giusto. Anche chi vende deve essere solidale con chi acquista e non approfittarne. Le ripeto ancora che la produzione biologica ha costi più bassi di quella industriale. I produttori che vendono alle grandi distribuzioni usano composti chimici organici sintetici per raggiungere alte rese e una certa "qualità estetica", e questi composti fanno aumentare il prezzo di produzione. Il prezzo di vendita di questi prodotti, nella grande distribuzione, è maggiorato di molto, fino a dieci volte il prezzo di partenza. Bene. La stoltezza risiede nel fatto di pagare 10x un prodotto che in realtà ha un prezzo di produzione 3/4x. Se lei paga un chilo di carote biologiche lo stesso prezzo di quanto le pagherebbe al supermercato, allora appartiene a questa categoria.
E a questo punto le cito:

"Conclusioni: personalmente preferisco consumare un pò di parmigiano in meno (ottenendo il risparmio riducendo la quantità consumata) ma acquistare solidale."

Bene. Questo non è un acquisto solidale, ma beneficenza da parte sua, e raggiro da parte del produttore.

Sempre su questo tema:
"Infine, ciò che a lei sembra così assurdo, e cioè il consumare meno (che è sempre auspicabile) anche per compensare un eventuale prezzo leggermente superiore, a me sembra semplicemente coerente con il concetto di sobrietà, concetto che chi fa consumo critico di solito apprezza e che le consiglierei di contemplare quando argomenta con tanta gratuita veemenza."

Innanzitutto, generalizzare con un "consumare meno" esprime molta superficialità. Il consumismo riguarda principalmente un altro tipo di beni materiali ed un altro tipo di cibo. Prodotti come verdure e formaggi di certo sono poco soggetti a consumismo, e parlare di mangiare meno solo per andare contro il consumismo, ha fatto alquanto sorridere me e altri. E mi fa ancora più ridere quando parla di sé citando il consumo critico, che oltretutto non è legato alla sobrietà. Devo spiegarle ancora perché la ritengo una persona poco critica?

Un'ultima citazione:
"Mi creda, non sono così sciocco da pensare che prezzo alto significhi alta qualità, nè che un prodotto biologico sia necessariamente un prodotto di grande qualità."

Anche quì si tratta di specificare un termine, in questo caso "qualità". Cos'è la qualità? La qualità estetica, ovvero l'assenza di ammaccature? In questo caso il vincitore, in molti casi, sarebbe la grande distribuzione. Ma, citando il programma della Gabanelli, i pomodori perfetti che vediamo a Dicembre, sono un finto benessere, in quanto vengono raccolti ancora verdi a discapito del contenuto di beta carotene, precursore della vitamina A. Quindi mangiare i pomodori a Dicembre è come mangiare acqua. Ma sono certo che anche lei sia d'accordo.
Tutto questo per dirle che alcuni termini possono avere diversi significati, in base ai punti di vista. Così, come "qualità" possa essere visto sia come "verdura bella da vedersi" che come "verdura ricca di vitamine", anche "GAS" può essere visto come una fregatura da parte di chi acquista, che come vera cooperazione, ragione unica per cui sono nati.
Guardi che apprezzo il fatto che lei abbia dato inizio a questo gruppo di acquisto. Solo che non condivido la sua visione della cosa. Se farvi parte significa pagare i prodotti più del supermercato solo per sentirsi a posto con la coscienza, "consumare meno" cibo (assurdità), definirsi critici quando invece si obbedisce ciecamente senza verificare le cose, beh...non posso far altro che dispiacermi.

A.F.