mercoledì 7 marzo 2012

No TAV e ancora No TAV

Questa settimana facciamo una pausa rispetto alla rubrica "Cambieresti" perchè i fatti della Val di Susa e della TAV Torino Lione, meritano il primo posto nei nostri pensieri. Il mio rimarrà un no TAV a qualunque Governo e a qualunque colore politico che lo compone perchè è un No argomentato. Mi piacerebbe che i Sì fossero altrettanto argomentati, almeno per avere nell'intimo la consapevolezza di un sano dibattito democratico a cui oppormi. Ma così purtroppo non è e questo getta ancora più sconforto. Pubblico una lettera di Angelo Tartaglia indirizzata al nostro neo premier Monti. Ricordo a tutti che Angelo Tartaglia oltre ad essere un convinto no TAV ha anche fatto una stupenda disamina sulle ragioni del suo no che potrete trovare in rete (150 ragioni per il no). Vorrei che anche qualche altro personaggio a favore facesse altrettanto. Diciamo qualche ministro tecnico?
"Illustrissimo Sig. Presidente del Consiglio, ho ascoltato e poi letto le sue dichiarazioni riguardo al Tav e vorrei provare a scriverle pubblicamente, come pubbliche sono state le sue parole. Io sono stato membro dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione fino alla fine del 2009. Dopo tale data il governo decise di escludere dall’Osservatorio le amministrazioni comunali che non dichiarassero a priori di accettare l’opera. Fino ad allora l’Osservatorio aveva raccolto una considerevole mole di documentazione, valsa tra l’altro a sfatare la leggenda dell’imminente saturazione della linea storica, ma non aveva mai discusso l’utilità e la rilevanza economica della nuova ferrovia. La motivazione addotta allora dal presidente dell’Osservatorio per questa mancata discussione era che l’analisi costi-benefici sarebbe stata fatta in seguito, in presenza di una progetto esecutivo.
Dall’inizio del 2010 il compito del nuovo Osservatorio, depurato delle voci critiche, è stato esclusivamente quello di occuparsi del come fare la nuova linea e non dell’accertarne l’utilità. Peraltro il commissario di governo e presidente dell’osservatorio ha anche affermato in televisione qualche giorno fa che i comuni interessati dalla nuova opera sono solo due, omettendo di dire che nel nuovo osservatorio ce ne sono molti di più e anche del tutto estranei a qualsiasi versione della costruenda linea. La sua affermazione, inoltre, si riferisce esclusivamente allo sbocco del tunnel internazionale. Ora è chiaro che se l’intervento dovesse limitarsi al solo tunnel di base la capacità complessiva della linea resterebbe esattamente quella di oggi in quanto la portata di un condotto è determinata dalla sua sezione più stretta, non dalla più ampia.
Torno al problema dei vantaggi e degli svantaggi. Nel luglio del 2009, in occasione di un incontro con i sindaci della valle, svoltosi presso la prefettura di Torino, l’allora ministro Matteoli affermò che sulla base di studi in suo possesso la linea storica si sarebbe prestissimo saturata. Non essendo in quella sede consentito ai tecnici di prendere la parola gli scrissi subito dopo pregandolo di far pervenire all’osservatorio gli studi su cui si basavano le sue affermazioni, visto che l’osservatorio stesso non ne era a conoscenza e anzi era arrivato a conclusioni opposte. Dopo alcune settimane mi arrivò una risposta burocratica di poche righe, ma nessuno studio o documento. Il 4 novembre 2011 si svolse, al Politecnico di Torino, un seminario pubblico sull’utilità o meno del Tav Torino-Lione. In quella sede due esponenti dell’osservatorio (di cui ormai non facevo più parte) fecero affermazioni in merito all’economicità dell’opera che sarebbe stata comprovata dall’analisi costi-benefici effettuata da quell’organo tecnico. Sollecitati o a rendere esplicite le loro argomentazioni o a produrre lo studio cui si riferivano, dissero che non lo facevano per correttezza in quanto l’analisi costi-benefici aveva avuto qualche ritardo tecnico ma stava per essere resa pubblica Quattro mesi dopo (venerdì scorso) Lei ha dichiarato che l’analisi costi-benefici mostra l’utilità dell’opera e che sarà presto pubblicata.
Capirà che un osservatore neutrale potrebbe trovare singolare che per un’opera proposta ormai più di vent’anni fa, e con tutto quello che sta succedendo, una analisi costi-benefici non sia ancora stata resa pubblica. Molti trovano anche curioso che per un’opera di tale rilevanza l’analisi tecnico-scientifica circa vantaggi e svantaggi venga fatta dopo aver assunto la decisione e non prima di assumerla. Io vorrei vivissimamente pregarla di utilizzare tutta l’autorità di cui dispone per far sì che effettivamente l’analisi costi-benefici venga pubblicata in tempi brevissimi e naturalmente anche che possa essere sottoposta ad esame critico tra pari, come è uso che avvenga negli ambienti scientifici. Lei ha il vantaggio di non aver bisogno di ricorrere a fiumi di parole roboanti e vaghe, come è vizio della politica corrente, e ha le competenze per cogliere la rilevanza e fondatezza delle argomentazioni che le vengono prospettate. D’altra parte credo che si renda perfettamente conto che, data la storia e le premesse di questo problema, non è possibile venirne a capo in termini di ordine pubblico. La prego, consenta a tutti di riportare questa vicenda sui binari della razionalità, senza sconti e senza presupposti. Grazie."

(Angelo Tartagalia fa parte del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia, Politecnico di Torino)

Angelo Tartaglia - il manifest

1 commento:

Marika ha detto...

Come si dice dalle nostre parti: "Sperm ben!"